Comune di San Lupo

Il comune si trova a 60 km dall’autostrada A1, uscita al casello di Caserta Sud, oppure è raggiungibile mediante la strada nazionale Benevento-Caianello (bivio di Ponte).
La stazione FS più vicina è quella di Ponte, sulla linea Foggia-Napoli. Vi sono collegamenti giornalieri per Benevento (13 corse giornaliere nell’orario estivo e 13 nell’orario invernale) e per Napoli (13 corse giornaliere nell’orario estivo e 13 nell’orario invernale).

Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private, sulla linea San Lupo-Benevento-Napoli-Campobasso, con collegamenti per Benevento (3 corse giornaliere nel periodo estivo e 3 corse nel periodo invernale), per Napoli (3 corse giornaliere nel periodo estivo e 3 corse nel periodo invernale) e per Campobasso (3 corse giornaliere nel periodo estivo e 3 corse nel periodo invernale).

La nascita del primo nucleo abitato riconducibile al paese di S.Lupo si può collocare tra il X e l’XI secolo d.c., con la costruzione a Benevento del Monastero di San Lupo e Zosimo, nell’anno 837, da parte dei monaci Benedettini. Dopo i Benedettini S.Lupo divenne feudo di vari signori normanni: Guglielmo di Fontanarosa, Elia di Gesualdo, Roberto, figlio di Ingurto ed altri. Dopo il terremoto del 1456, S.Lupo fu riedificata nell’attuale sito, diventando feudo dei Caracciolo prima e infine, al principio del XVI sec., della famiglia Carafa fino alla fine del feudalesimo. Nel XIX secolo, come tutti i paesi della zona, provò prima con drammatica intensità il fenomeno del brigantaggio e poi, per sfuggire ad una condizione di perenne miseria, visse due successive ondate migratorie, una per l’America e l’altra per l’Australia.
L’acqua che sgorga dalle fontane di pietra di S.Lupo ricorda cose di tempi passati, ma ancora vive nell’immaginario popolare come le donne intente a lavare i panni o a riempire un’anfora di terracotta. Cercate di essere a S.Lupo per una delle tante feste o sagre per assaggiare le specialità tipiche sempre condite dal superbo olio locale.
Appartiene al mandamento di Pontelandolfo nel circondario di Cerreto Sannita; è distante poco più di dieci chilometri da quel comune, e circa ventinove da Benevento, dalla cui archidiocesi dipende.
 Se si volesse argomentare dal nome, dovrebbe dirsi che il paese avesse origine da gruppi di case situate dappresso a qualche chiesetta dedicata a S. Lupo. Manca però qualsiasi documento atto a far lasciare da parte le congetture ed enunciare in qualche modo qualche verità storica. Non è improbabile, del resto, che il nome di S. Lupo sia derivato dal monastero dei santi Lupolo e Zosimo, edificato nell’anno 837 dell’era volgare nella nuova città di Benevento, imperciocché questo monastero, indi elevato a Badia, ebbe in concessione gran parte del territorio di Ponte e dell’attuale comune di S. Lupo. Niente di più facile che dal monastero prese nome la terra che da quello dipendeva. Nel Codice Cavense è riportato un diploma dell’Abate Giovanni del suddetto monastero dei santi Lupo e Zosimo, nel quale leggesi: ” ipsi homines liberi qui in rebus eiusdem monasterii resident et laborant de praedicto loco abitare debeant”. Donde ne segue essere la più plausibile opinione quella che l’origine del paese riannoda all’azione patrimoniale e beneficiaria del monastero di S. Lupo di Benevento; e questa indagine abbiam creduto fare per raggiungere almeno il verosimile, siccome meglio apparirà da quello che in seguito verremo dicendo.
Nell’epoca normanna, che fece seguito alla dominazione longobarda, abbiamo la solita guida del catalogo dei baroni, documento storico diplomatico di grave interesse per chi sa avvalersene.
Al N. 428 è segnato Guglielmo di Fontanarosa, il quale aveva sposato la figlia di Landone Amiranno, e possedeva in Paduli un feudo di un milite, Montemale feudo di un altro milite, e in S. Lupo in valle Telesiae tenet feudum unius militis. Il possessore di S. Lupo era per altro Elia di Gesualdo, siccome dal N. 707 dello stesso catalogo. Donde risulta che il feudo di S. Lupo era demaniale, e aveva il servizio militare di un solo milite. Ed ecco la ragione per la quale S. Lupo è stato nella provincia di principato ulteriore fino al 1811.
Se non che è a supporre che cambiò signore feudale nella stessa epoca normanna, alla quale si riferisce il catalogo dei baroni.
Infatti al N. 984 rilevasi che tra i suffeudatari della baronia di Fenucchio vi era un Rodolfo figlio di Iugolfo, il quale possedeva soltanto un suffeudo innominato nella valle Caudina. Nel cartario di S. Maria in Gruttis di Vitulano trovasi il seguente documento con la data del 1175, settembre, indizione IX, anno VIII di Guglielmo: Roberto figlio del quondam Iugurfo alla presenza di Giovanni de Vallons e cognato di Goffredo giudice di Limatola, e di Landolfo e Domenico del casale di S. Lupo, giudici suoi, offre a Roberto priore di Montedrago una stanza nel luogo detto Molino e il diritto di pascolo e di legnare nel territorio villae suae S. Lupi.
Scrive Giovanni notaio. Sottoscrivono Goffredo e Domenico giudicidel casale di S. Lupo, e con segno di croce Roberto.
Puossi adunque dedurre che il Iugolfo del catalogo dei baroni sia stato il padre di quegli che successivamente fu tenutario di S. Lupo.
Montepetroso è il nome poi della montagna che vi è a ridosso; e niente di più facile che un tempo siasi chiamato S. Lupo di Montepetroso, appunto allorquando, per la colonizzazione operatavi dai beneventani della Badia dei santi Lupo e Zosimo della città di Benevento, la terra abitata prese il nome dal monastero che n’era signore.
Succeduta alla normanna la dinastia sveva, i benedettini riebbero S. Lupo; ma poscia venne dato al Capitolo metropolitano di Benevento, in compensazione dei diritti che aveva sulla Commenda di Caprara dell’Ordine di Malta, per opera di Nicolò V ed Eugenio VI. In altri termini, per la donazione di Caprara fatta all’ordine di Malta, venne dato S. Lupo al Capitolo. Il paese restò adunque nullus diocesis, e la giurisdizione episcopale veniva ivi esercitata da un vicario delegato dal Capitolo suddetto, il quale n’era un tempo anche feudatario. Nel cedolario del 1320 è detto Sanctus Lupus, con la tassa di once 2 e tarì 11; ed è riportato nel giustizierato di Principato ultra. Venute le turbolenze e le guerre dell’epoca di Giovanna II, S. Lupo fu dato a casa Caracciolo, e nel 1506 alla famiglia Carafa. Per altro questa fu una concessione di conferma, in quanto che Maria Caracciolo, figlia di Marino, già avea portato in dote il paese a Diomede Carafa, Conte di Maddaloni; e casa Carafa ne rimase feudataria fino all’abolizione della feudalità, esercitandovi però dei diritti anche il Capitolo di Benevento. Nel tempo della rivoluzione di Masaniello, quando quei di Casalduni si rivoltarono, assalirono e presero il castello, uccidendo e ferendo molti uomini d’arme dello zio del Conte che vi dimorava, e questi imprigionarono, il vicario generale per la terra di S. Lupo e l’avvocato fiscale della Curia si misero alla testa dei soldati, e sottomisero Casalduni. La popolazione in quel tempo, 1647, ascendeva a 121 famiglie, ridotte a 51 dopo la peste del 1656 e dopo il tremuoto del 1688. Il tremuoto del 1456 lo rovinò completamente. Con tutto ciò la popolazione superstite tornò ad abitarlo. E numerò 58 famiglie nel 1532, 83 nel 1545, 77 nel 1561.
Grave fu pure la rovina apportatavi dal tremuoto del 1688; tutte le abitazioni caddero e morirono 30 individui. La popolazione del 1901 è di 1792 abitanti.
Anche al principio di questo secolo decimonono il Capitolo Metropolitano di Benevento vi esercitava taluni diritti feudali, che furono soppressi. Tentò il Capitolo di dimostrare che il diritto era limitato ad un ius patrimoniale della Badia di S. Lupo, che non avea nulla di comune col casale e feudo di S. Lupo conceduto ai tempi longobardi al monastero dei santi Lupo e Zosimo, ma le querimonie non vennero accolte dalla Commissione feudale.
Divenuto comune del circondario, poscia mandamento di Pontelandolfo, fu aggregato alla provincia di Molise, e nel 1861 a questa di Benevento. Il territorio misura 4130 moggi di terreno; e vi primeggiava un dì casa Iacobelli dall’elegante palazzo con sontuosa villa, rimasti a testimoniare la fragilità delle umane cose.
Parecchie famiglie di cognome De Angelis, de Blasio, e qualche altra sono presentemente le prime del luogo. Il paese è intersecato dalla via Sannitica, reso poco frequentata dopo l’apertura della ferrovia Benevento – Campobasso. Ha più prossima la stazione di Solopaca. Confina con Cerreto, S. Lorenzo Maggiore, Guardia, Casalduni, Pontelandolfo.

Contatti
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