Comune di Faicchio

Faicchio si trova a 40 km dall’autostrada A1, uscita al casello di Caianello. Sono facilmente raggiungibili anche l’uscita autostradale A1 di Caserta sud e quella A14 di Benevento.
La stazione FS più vicina è quella di Telese Terme-Cerreto Sannita sulla linea Bari-Foggia-Napoli.
Vi sono collegamenti giornalieri per Benevento, Napoli e Caserta.
Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private, sulla linea Cerreto-Telese-Benevento-Napoli.
Per gli automobilisti provenienti da Roma, una volta usciti al casello Caianello dell’autostrada A1, è possibile proseguire percorrendo la superstrada Caianello-Telese-Benevento, per poi uscire a San Salvatore Telesino e seguire le indicazioni locali.
Per gli automobilisti provenienti da Napoli, una volta usciti al casello Caserta Sud dell’autostrada A1, è possibile proseguire in direzione Valle di Maddaloni – Dugenta, fino alla località Cantinella, dove si può imboccare la strada a scorrimento veloce Fondovalle Isclero e confluire direttamente sulla superstrada Caianello-Telese-Benevento e, proseguendo in direzione Telese Terme-Benevento, muoversi secondo i suggerimenti prima indicati per chi proviene da Roma.

I molti reperti archeologici ritrovati confermano la presenza di insediamenti dell’uomo in Faicchio sin dal Neolitico. I Sanniti utilizzarono l’Arce di Monte Acero per la sua posizione strategica al fine di controllare l’intera vallata, costruendo un enorme muro di cinta. Il territorio di Faicchio fu campo di battaglia per molti scontri nelle guerre sannite ed al centro di un’importante manovra effettuata da Annibale per conquistare la pianura campana. Dopo la caduta dell’Impero romano il nucleo primitivo si espase intorno al castello. Nel 1151 il feudo venne in possesso di Guglielmo I Sanframondo, mentre l’ultima famiglia feudale fu quella dei De Martino. Intorno al borgo si sono sviluppati vari nuclei periferici, contrade e frazioni.
La storia millenaria di Faicchio lo rende ricco di beni archeologici di indubbio interesse. Una escursione all’acquedotto romano, al ponte fabio massimo, al castello o alla grotta di S.Michele vi proietteranno in un affascinante viaggio nel tempo. Anche le chiese ed i conventi racchiudono piccoli tesori, mentre parchi e boschi invitano al relax ed a festose scampagnate all’aria aperta.
Comune del mandamento, del circondario e della diocesi di Cerreto Sannita, è situato alle falde di Monte Acero, diramazione del Malese e antico limite fra i Sanniti Caudini e i Pentri. Trovasi distante 41 chilometri da Benevento e appena 8 da Cerreto. Vi si accede scendendo alla stazione di Telese. L’origine del paese è incognita, e la pretesa fondazione attribuita a Fabio Massimo è una tavoletta, messa in voga con nessun criterio ed acume storico. È probabile, per altro, che abbia avuto una antichità, almeno nel maggior centro, anteriore di molto ai tempi di Fabio.

Invero la Fuifola espugnata da Quinto Fabio nel 538 contro i Cartaginesi (Liv. lib.XXIV cap. X) può benissimo intendersi per la moderna Faicchio, derivazione da Fuifola o Faifola, mentovata da Livio. Quest’oppidum stava nel Sannio Caudino, non molto lungi da Telese, circostanze che entrambe concorrono in favore di Faicchio.
Le successive denominazioni del paese soccorrono, anzi che distruggere, quella opinione, imperciocché nel catalogo dei feudi normanni lo si trova in Contea di Caserta qual possesso mediato di Guglielmo di Sanframondo, al N. 978, sotto il nome di Favicella feudo di due militi. E nel cedolario del 1320 è messo nel giustizierato di Terra di Lavoro presso Cerreto, Massa, Civitella, con queste indicazioni: ” Fayula once 10, tarì 1 e grana 17 et pro alleviatione castri Albiniani tarì 5 grana 5 et tecre Caiacie unc. 1 “.
Il Fayula del catasto del 1320 ha molta, se non tutta, somiglianza col Fuifola dei Sanniti Caudini. Nè vuolsi tacere che fra i casali di Faicchio mentovati nelle concessioni eravi Faicchiola, parola che più ravvicinasi al Fuifola di Livio e al Fayula. Anche le varie frazioni e i diversi casali appalesano quell’abitare vicatim, per vichi, comune agli abitanti del Matese, secondo Tito Livio.
Spenta la confederazione Sannita, cessate le guerre puniche, che ebbero le loro vicende anche sul terreno di questi luoghi, la colonia Telesina ebbe anche qui la propria estensione, e poscia il Gastaldato di Telese sotto i Longobardi. In prosieguo Faicchio fu suffeudo di due militi, nella contea di Caserta, ai tempi Normanni, e, sotto gli Angioini, università autonoma nel giustizierato di Terra di Lavoro. Nessun fatto memorabile vi accade il quale sia stato ricordato dagli storici.
Però è a supporre che questo paese abbia avuto una relativa importanza di popolazione in una certa epoca, imperciocché possedeva cinque parrocchie, rispondenti ai nomi di Santa Maria di FaicchioS. Giovanni, S. Apollinare, S. Maria di Piazzano, S. Pietro di Massa inferiore; oltre a molte chiese coi titoli di S. Angelo, S. Salvatore, S. Martino, S. Lorenzo, Santa Maria de Gaudellis, S. Maria di Capitosto, S. Giorgio, S. Arcangelo, S. Andrea di Cortesano, S. Nicola di Porto, S. Nicola di Licia.
Sedici chiese, delle quali 5 parrocchie, che vennero riunite in una nel 1446 dal vescovo Brancia, rinvestita poscia in Collegiata di S. Maria Maggiore a 4 maggio 1468 dal vescovo Matteo dei Giudici, depongono della anteriore importanza del luogo abitato, dove indubbiamente divenne più densa la popolazione, quando l’aere non buono della pianura Telesina e i pericoli delle guerre fecero riunire le popolazioni sui comignoli o alle falde dei monti.

Ai tempi normanni Cortesano era riunito a Gioia, e formava un suffeudo di 4 militi, in possesso di Roberto figlio di Liscia, che rilevava da Nebulone di Bussone (N. 957) nella Contea di Alife.

II casale di Porto o Porti dipendeva dalla Badia di S. Salvatore Telesino.
Faicchio fu residenza abituale di parecchi vescovi Telesini, pria che avesser fermato diffinitiva stanza in Cerreto, e specialmente di Giovanni Beroaldo (an. 1548) e di Stefano de Urbicra (an. 1584).
I casali avean nome Faicchio e Fontana vecchia, Lisca, Faicchiola, Cinsetta, le Masserie, Massa, la Rocca nelle varie investiture feudali. Di questi sonvi presentemente, oltre il maggior centro Faicchio, gli altri che rispondono ai nomi di Masserie e Massa inferiore, Fontanavecchia, Camputari, Visanti, Porri, Savilli, Amati, Coppoli, Terrucci, Fossacesia, Perroni, Russi, Colle; la più parte presi da cognomi di famiglie o da poderi. Liscia ai tempi normanni era pure un suffeudo della Contea di Alife (N. 957).
La vita feudale si svolse per parecchi secoli sotto il potente dominio dei Sanframondo, che riuscirono ad emanciparsi dalla contea di Caserta, e farsi crear Conti di Cerreto dai Re Angioini.
Le lotte fra Angioini ed Aragonesi non furono favorevoli a quella famiglia; purtuttavia un Giovanni di Sanframondi riuscì nel 1448 a riavvicinarsi ad Alfonso I d’Aragona e ad ottenere la più parte degli aviti possedimenti, tra quali Faicchio. Le ribellioni contro Ferdinando I fecero rientrare al Regio potere il dominio di Faicchio, che nel 1467 venne alienato a un tal Pietro D’Alessandro, presidente della Regia Camera di S. Chiara, col patto di retrovendita, il quale venne esercitato nel 1469 in favore di Giovannide Monsorio maggiordomo di quel Re. Esisteva però ancora un Tommaso di Sanframondo nel 1513, e questi dai nuovi dominatori voleva rivendicare i possessi di famiglia, ma una cessione di diritti eventuali pose in saldo il possesso di casa Monsorio, mantenuto indi fino ad Adriana Monsorio, che vendè a Gurrello Origlia. Un Gabriele de Martino divenne nel 1612 feudatario di Faicchio, e la famiglia ottenne dipoi il titolo di duca di Faicchio, portato fino a pochi anni or sono da Salvatore de Martino. Presentemente il titolo nobiliare è posseduto e portato da un Salvatore Sanniti dimorante in Pietramelara, discendente in linea femminile dell’ultimo duca di casa de Martino.
Massa inferiore, attuale casale di Faicchio, ebbe proprio catasto ed autonomia fin dai tempi Angioini; ne fa fede il cedolano dei 9 ottobre 1320 con le parole: ” Massa inferior une. 2, tari 18, grana 16 et prò alleviarione terre Caiacie tari 7 “.
È situata dirimpetto Faicchio alle falde di Monte acero; poco lungi vi è un antico ponte. Il castello feudale, detto Rocca nova nelle investiture, è benissimo conservato. La popolazione di Faicchio è stata di 137 famiglie nel 1532, 189 nel 1545, 191 nel 1561, 241 nel 1595 e 247 nel 1669, di 2428 abitanti nel 1789.
Quella di Massa inferiore, che si conservò autonoma fino al 1811, fu di famiglie 20 nel 1532, 38 nel 1545, 34 nel 1561, 10 nel 1595 e sole 5 nel 1669. Però nel 1789 la popolazione si trovava cresciuta a 138 abitanti.
Questo casale non ha sempre seguito la vita feudale di Faicchio, e con la concessione del 1483 fu dato a Diomede Carafa da Ferdinando I d’Aragona; e nella famiglia Carafa trovavasi all’epoca dell’abolizione della feudalità.
Amministrativamente fu messo nel circondario di Cerreto nel 1811, e riunito a S. Lorenzello nel 1816, con una popolazione staccata di 198 abitanti. Posteriormente fu riunito a Faicchio, il quale con la legge del 1811 fu comune del circondario di Cusano Mutri, e passò a Cerreto al 1 maggio 1816.
Presentemente tutto il comune numera 4123 abitanti nel maggior centro, borgate, e casali.
Il tremuoto del 1688 vi apportò danni materiali. Dice il Magnati, notizie storiche dei terremoti, edizione del 1688, pag. 311;” benché fusse stata tutta conquassata quella terra, tuttavia vi si abita con sicurezza, e perirono solamente cinque donne che non si poterono l’un l’altra aiutare “.
L’estensione territoriale è di circa ottomila moggi di terreni, che danno buoni prodotti, specialmente in vino ed olio.
I principali possedimenti sono: i Palmieri, eredi di Giulio Palmieri, in primo luogo, e poscia i signori Petrillo, del Giudice, di Gioia, Pascale, altri Palmieri e Franco. Vi possedono anche i Pacelli di S. Salvatore Telesino, Sanniti di Pietramelara, d’Andrea di Cerreto.

Nel territorio di Faicchio esiste l’ex feudo di Màrafi, il quale dal XVI secolo è scato disabitato, e non ha seguito la sorte feudale di quel comune. Si possedeva dalla casa Gaetani, e in seguito dalla famiglia Vulcano dei marchesi di Cercemaggiore. In esso sono rimarchevoli la vecchia e la nuova torre di Màrafi consistenti in due immensi fabbricati, specialmente il primo, che è di data antichissima.

È nostro personale parere che quelle due torri potevano segnare i confini a guardia tra i Sanniti Caudini e i Pentri. Più tardi il limite da quel lato tra le colonie Alifana e Telesina e la sicurezza della via latina, che ivi presso sboccava; e nel medio evo la distinzione fra il Gastaldato di Telese e quello di Alife.
Il nome Màrafi è longobardo. Faicchio è stata la patria di molti uomini distinti, e fra essi primeggiano i tre fratelli Martino. Angelo Martino, nato nel 1699, morto nel 1740, fu matematico dotto e professore nell’università napoletana. Stampò gli elementa hidrostatices. Nicolò Martino nacque a 3 dicembre 1701; e di soli 22 anni fu nominato sostituto al celebre Ariani, e poi nel 1732 professore della primaria cattedra di matematiche nella regia università di Napoli. Vestì l’abito di prete, fu direttore della scuola degli artiglieri ed ingegneri militari in Napoli, maestro del Re. Nel 1727, a soli 27 anni, pubblicò un trattato di statica e delle sezioni coniche, nel 1/37 un libro sull’algebra applicata alle dimostrazioni geometriche. Morì nel 1769.
L’ultimo fratello, Pietro, nacque in Faicchio nel 1707. Divenne un ottimo astronomo. Giovanissimo, fu professore della Università napoletana; stampò un corso di fisica, una geometria piana, un trattato De corpora quae moventur viribus, un altro De lumine refractione et motu. Un loro nipote, Giuseppe di Martino, fu ingegnere militare stimatissimo, e pubblicò un’opera Nuovi elementi della teoria delle mine col nome dello zio Nicolo Martino. Angelo Maria Linguiti, fondatore del manicomio di Aversa, e scrittore di uno dei primi trattati di frenologia e di morotrofia, nacque occasionalmente in Faicchio nel 1763 in casa materna da una Rachele Palmieri e da Filippo Linguiti di Gifoni. Vincenzo Porto, nato nel 1747, morto nel 1801, fu professore di matematiche nella medesima ‘ università napoletana in sostituzione al Vito Caravelli, ed ebbe l’alto onore di sedere fra i rappresentanti del popolo nella repubblica partenopea del 1799. Finalmente non vuolsi tacere che lo illustre professore Luigi Palmieri, senatore del Regno e direttore dell’Osservatorio Vesuviano, filosofo, fisico e meteorologista insigne, ebbe qui i natali nel 1810. L’Ateneo Napoletano lo annoverò da meglio che 50 anni fra i suoi professori; le scienze fisiche fra i più dotti cultori ed inventori. Il notaio Antonio Andrea de Vizio stampò nel 1882 un cenno storico sopra Faicchio, riboccante d’affetto alla terra natale, che vorrebbe fondata da Fabio Massimo. Egli riempì la metà dell’opuscolo di poesie rimare di diverso genere e su differenti obbietti, e l’altra metà di poesia in prosa sulla storia di Faicchio.

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