Comune di Circello

II comune si trova a 47 km dall’autostrada Napoli-Bari, uscita al casello di Benevento, proseguendo per la nazionale S.S. 88 (bivio di Circello). La stazione FS più vicina è quella di Campolattaro, sulla linea Campobasso-Benevento-Napoli. Vi sono collegamenti giornalieri per Benevento (2 corse giornaliere nell’orario estivo e 2 nell’orario invernale) e per Campobasso (2 corse giornaliere nell’orario estivo e 2 nell’orario invernale) Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private sulla linea Castelvetere Val Fortore-Benevento, con collegamenti per Benevento (6 corse giornaliere nel periodo estivo o 6 corse nel periodo invernale).
II centro storico è costruito sulle falde di una rupe scoscesa sulla quale si staglia un imponente castello di origine normanna. Il toponimo, anticamente Cercellus, deriva da quercus o cercetum (la quercia è l’albero più diffuso dell’Alto Tammaro).
 L’agro di Circello è ricco di storia. A pochi chilometri dal centro urbano si trova la contrada Macchia, sede dell’antica capitale dei Liguri Bebiani, qui deportati nel 181 a.C. dal console Bebio. Questa si scisse in seguito in Macchia Saracena, Forcellata e Casaldianni.
 Al tempo di Guglielmo il Buono, Circello dipendeva dalla contea di Cisterna e Pietracatella ed era feudo della famiglia Alemagna. Non è noto come gli Alemagna persero il feudo né chi lo possedette fino al 1343, quando passò a Niccolò Scigliatis, la cui nipote Mafalda lo porterà in casa della Leonessa.
Nel 1457 venne in possesso dei Carrafa, potentissima famiglia soprattutto al tempo di Alfonso I d’Aragona. Nel 1536 Niccolò Maria di Somma lo acquistò dal viceré Filiberto di Chalon, principe d’Orange, acquisto confermato solo più tardi da Carlo V. Nel 1548 il viceré Don Pietro di Toledo diede l’investitura di questo feudo a Scissione di Somma, figlio di Niccolò, insieme a Colle (attuale comune di Colle Sannita) e agli altri feudi di Casaldianni, Macchia e Forcellata. Nel 1581 fu concesso a Scipione di Somma il titolo di marchese di Circello ma questi lo rifiutò in favore del figlio Ferdinando, tenendo per sé solo il titolo di principe di Colle. La casa di Somma ha mantenuto il possesso del feudo ininterrottamente dal 1528 fino all’abolizione del feudalesimo.
Il 3 giugno 1496 si combatte la battaglia di Circello, ricordata dal Guicciardini, dove il marchese di Mantova, giovanni sforza, signore di Pesaro ed i Veneziani, alleati di Ferdinando I d’aragona, sconfissero i Francesi, gli Svizzeri e i Tedeschi comandati da Gilberto di Borbone, duca di Montpensier. Circello fece parte della Capitanata fino al 1809, quindi passò alla provincia di Campobasso e nel 1861 a quella di Benevento. Recenti scavi archeologici stanno portando alla luce l’antica struttura di Bebio, capitale dei Liguri Bebiani. I liguri che fino all’arrivo dei consoli nella provincia non si attendevano punto di dover combattere, attaccati di sorpresa, si arresero tosto, in numero di circa 12000. I consoli, dopo aver prima consultato il senato, presero la decisione di deportarli lontani dai monti, si che non potessero nutrire speranza di ritorno, in territorio di pianura, convinti che questo fosse l’unico mezzo per porre fine veramente alla guerra in Liguria. Nel Sannio c’era un territorio di proprie della repubblica, già appartenente ai Taurasini; quello i consoli designarono come la nuova sede dei Liguri Apuani; ordinarono perciò ad essi di scendere dalle loro montagne con i figli e mogli e di portare seco tutti i loro averi.
Più volte i Liguri per mezzo di incaricati pregarono supplicarono di non essere costretti ad abbandonare le loro case, la terra dove erano nati, le tombe dei loro morti: consegnavano le armi, offrivano ostaggi. Ma poiché non ottenevano nulla non avevano forze sufficienti per ribellarsi, ubbidirono agli ordini. A spese pubbliche vennero deportati circa 40.000 uomini di libera condizione con le donne e con i figli. Vennero dato loro 150. 000 denari d’argento perché potessero acquistare cose di prima necessità nelle nuove sedi. La divisione e l’assegnazione dei poderi fu compiuta da quegli stessi che avevano curato la trasmigrazione, Comelio e Bebio: dietro loro richiesta però il Senato nominò 5 esperti che consigliassero. Portata a termine la loro non indifferente impresa, i consoli condussero l’esercito a Roma. Il senato decretò ad essi il trionfo, e furono i primi che ottenessero quell’onore senza aver combattuto. Davanti al cocchio trionfale procedette soltanto la vittima per il sacrificio; non ci furono prigionieri o prede da sfoggiare in quel loro trionfo, né altro che potesse esser donato ai soldati .

 

 

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